Lucky Junior. De Luca: "Smetto di giocare"

Con una interessante intervista, comparsa sul sito web del Club, il Capitano dell'Asd LuckyJunior, annuncia il suo ritiro dal calcio giocato. Dopo aver indossato per ben 14 anni la fascia da capitano della Lucky.
Ma annuncia di voler abbandonare il Club, e sarà il braccio destro di Remigio Massa.
Ecco l'intervista integrale.
Vado subito al sodo, come è nata la decisione di appendere gli scarpini al chiodo? Nei mesi scorsi sembravi così determinato a ricominciare nonostante il problema al ginocchio?
Avevo una grandissima voglia di ricominciare è vero ma in questi mesi, durante le partitelle con gli amici, mi sono accorto che il ginocchio non rispondeva bene. Avevo quasi paura di fare i contrasti, del contatto fisico, e per un difensore non è l’ideale. Sono poi uno a cui piace allenarsi e dare sempre il massimo senza limitarsi. Il pensiero di dovermi allenare e giocare con questo “problema” mi stava facendo ragionare sul fatto che forse era il caso di smettere. Poi arrivò, manco a farlo apposta, la proposta di Mister Remigio Massa di fargli da vice allenatore. Mi sono preso un paio di settimane per pensarci e alla fine ho preso la deciso di accettare la proposta. Ancora adesso fatico a pensare di non essere più un giocatore ma credo sia la scelta giusta per me e per la squadra.
Cosa ti mancherà di più del calcio giocato?
Mi mancheranno tante, troppe cose. Dalla tensione prima della gara, a quei silenzi infiniti di quando si chiudeva la porta dello spogliatoio a quando il Mister chiamava la formazione. Mi mancherà prepararmi alla partita, tirarmi su i calzettoni, allacciarmi gli scarpini. Mi mancherà il riscaldamento, dare la carica ai compagni, i contrasti e pure qualche calcione rifilato al momento giusto. Mi mancherà esultare dopo i gol o le vittorie ma anche l’amarezza dopo una sconfitta che magari non ti faceva dormire la notte. Amo veramente tutto di questo sport, soprattutto la tensione che saliva ma che poi sfogavo in campo. La tensione, proprio questa mi mette più apprensione nel nuovo ruolo che andrò a ricoprire. Stando fuori dal rettangolo di gioco dovrò imparare a gestire questa tensione nel modo giusto.
Quanto è cambiata la terza categoria rispetto a quella che giocavi tu 15 anni fa?
Diciamo che è cambiata parecchio. Prima era più fisica, più “cattiva”, trovavi tanti volponi e mestieranti e le squadre non era così organizzate atleticamente. Poche squadre cercavano di giocare veramente a pallone, erano tutte battaglie. Ora il livello è molto più alto anche grazie alla presenza di tanti giovani e si è alzato decisamente il livello tecnico generale della categoria. Ora si corre decisamente di più!
Hai indossato tante volta la fascia al braccio. Che vuole dire per te essere stato capitano e più nello specifico esserlo stato per la Lucky?
Essere capitano di una squadra significa innanzitutto essere un esempio in campo e fuori. Esserlo stato per la Lucky è stato per me un onore. Sono entrato in squadra che ero poco più di ventenne ed ora che ho 38 mi sento orgoglioso di quello che ho fatto e di esserne stato il capitano. E’ stato un pezzo bellissimo e importante della mia vita.
Ora il capitano della squadra è Luca Di Tommaso, cosa vorresti dirgli? Ha le caratteristiche giuste per essere la guida della squadra?
Sono contentissimo, innanzitutto, che sia proprio lui il capitano. Non sento di dovergli insegnare o dire nulla perché ha già dimostrato di avere le caratteristiche giuste per esserlo. E’ un trascinatore nato e dà sempre tutto per la squadra. E’ decisamente l’uomo giusto a cui cedere ufficialmente la fascia da capitano della Lucky!
Ti fermi dopo ben 14 stagioni, lasciando Bellucci e Fortini quali ultimi reduci della prima Lucky del 2002. Quale stagione fra le tante ricordi con più affetto e perché?
Oramai stiamo diventando vecchi ma possono dire ancora la loro! Comunque la stagione che ricordo più volentieri è stata quella con Mister Giovanni Buono, mi sembra fosse il 2009. E’ stata una grande stagione, ce la siamo giocata fino alla fine e ci qualificammo ai play-off per la promozione in seconda categoria. Purtroppo, però, perdemmo alle semifinali!
Facciamo un lungo passo indietro. Come sei arrivato alla Lucky?
Sono arrivato alla Lucky nel 2002, grazie a Marco Fortini che mi ha persuaso a suo modo per cominciare questa nuova avventura. Io venivo da due ottime stagioni, da titolare, con la Fidelis Marino nel campionato di Terza Categoria. Ho accettato perché il progetto che mi aveva esposto Marco mi sembrava una bella sfida da affrontare e perché sin dal primo momento in cui me ne ha parlato sentivo dentro di me una certa sintonia con il progetto.
I primi anni sono stati abbastanza duri, non ho mai pensato di mollare?
Dici bene, il primo anno è stato veramente tosto. Le abbiamo perse tutte eccetto una! Ricordo però ancora come fosse oggi la prima vittoria in casa a Vermicino contro il Gallicano per 3-2! Mi viene ancora la pelle d’oca ripensandoci. Sembrava quasi avessimo vinto il campionato a fine partita. Gente che festeggiava, chi chiamava amici e parenti per esultare… Per quanto riguarda la seconda parte della domanda non ho mai pensato di andarmene, credevo nel progetto e questa squadra ha da sempre qualcosa di magico. Ho sempre trovato gruppi fantastici di persone, delle vere e proprie famiglie. La Lucky ha veramente qualcosa di speciale.